Serendipity è il nuovo progetto pedagogico della
Casa Circondariale di San Vittore, un brand ombrello
che racchiude sotto un'unica direzione tutte le attività formative e rieducative
dei detenuti.
Il progetto di branding è particolarmente interessante poiché
pieno di trappole: l'argomento carcere è scomodo, la società tende a erigere
muri, dimenticare e separare il dentro dal fuori.
La promozione di nuovi percorsi di inclusione sociale è certamente
l’obiettivo primario, ma non l’unico: altrettanto importante è documentare ciò
che accade quando la cultura entra nel carcere, cancellando i cliché che vedono
il carcere come discarica sociale. Mostrarsi “all’esterno” è il primo passo
verso la sensibilizzazione, rendere partecipi tutti dei sorprendenti progressi
rieducativi è un incentivo alla solidarietà pubblica e privata.
Per raggiungere questi obiettivi Serendipity non ha bisogno
solamente di aiuti economici, ma anche di oggetti, alle volte i più elementari e
scontati.
Vi propongo in questo caso di studio il progetto che abbiamo intrapreso per 1
anno sotto il patrocinio dell'Istituto
Europeo del Design: seguiremo assieme tutto il percorso dall'analisi della
concorrenza, all'analisi semiotica,
al brief fino ad arrivare alla fine alla
stesura di un brand manual, un
progetto web e una
campagna pubblicitaria.
Fase 1.1: schedatura della concorrenza
Il primo passo è stato quello di analizzare tutte le altre realtà rieducative
italiane (e non solo) che si proponevano all'esterno delle mura carcerarie.
Abbiamo in poche parole studiato la "concorrenza".
Per fare ciò abbiamo prodotto una serie di schede, ve ne
propongo solo alcune a titolo di esempio.
Le schede, utilizzando poche immagini, riassumono la visual communication del concorrente.
La realtà è molto vasta, si spazia dalla pasticceria alla produzione
agroalimentare, dalla moda alle attività culturali.
La parte della scheda in alto a sinistra riporta sinteticamente gli elementi
grafici della comunicazione.
La parte in alto a destra trasmette il mood della
comunicazione, che come si può notare spazia da quella allegra e sdrammatizzata a
quella seria e "dura".
L'iconografia sulla parte bassa della scheda riassume da sinistra a destra:
- le categorie merceologiche
- il tipo di clientela (B2B o B2C)
- i colori (grafica colorata o bianco e nero)
- gli elementi grafici (fotografia, illustrazioni o elementi tipografici)
- l'argomento carcere è messo in evidenza o se viene volutamente tenuto in
secondo piano
- se il mood è serioso o allegro.
Fase 1.2: infografiche comparative
Dopo questa schedatura si è proceduto a creare 4 infografiche riassuntive che
mettessero in relazione tra loro tutti i concorrenti.
La prima propone una suddivisione merceologica.
La seconda offre una panoramica dei target a cui si rivolgono i concorrenti.
La terza espone l'utilizzo degli elementi grafici.
La quarta e ultima pone su un piano cartesiano il mood della comunicazione
ovvero carcere/non carcere e serio/allegro.
Fase 1.3: lifestyle
Definire il target della comunicazione oggi è un'impresa
talmente assurda, che la parola target è quasi scomparsa dai manuali di
marketing. Questo è dovuto al fatto che il concetto di classe sociale è
scomparso e il pubblico è assolutamente trasversale: c'è chi spende poco in
abbigliamento, ma magari si compra lo smartphone di punta. Per questo oggi si
parla più di lifestyle, si tende cioè ad analizzare il proprio
mercato di riferimento basandosi sugli stili di vita, piuttosto che sulla
scolarizzazione o sul livello di benessere.
Come ultimo passo abbiamo creato delle schede dei concorrenti tentando di
tracciare appunto il lifestyle del pubblico di riferimento. Eccone un
esempio.
Nel prossimo articolo analizzeremo i codici semiotici
che vengono utilizzati più o meno consciamente nella comunicazione/narrazione.
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